45° Traversata Stretto di Messina 09/08/2009 di Anonima
A Daniel Tinti Questo racconto viene dedicato a lui per tre buoni motivi. Il primo è che si tratta dell’atleta più forte della squadra. Il secondo, più importante, è che, nonostante l’età, Daniel si rivela sempre una persona più matura di quel che si crede e la maturità è dote assai rara. Il terzo è il mio desiderio di… fare schiantare d’invidia tutti gli altri!
AVVERTIMENTO AL LETTORE: l’autrice di quanto segue non aveva nessuna voglia di scrivere questo racconto, ma è stata obbligata dall’alta dirigenza e chi conosce un po’ la P.A.P. sa che quando si riceve un comando dalla suddetta dirigenza è bene (il proprio bene) ubbidire. In nome dello stesso bene, l’autrice ritiene opportuno mantenere l’anonimato.
Come tutte le storie, anche questa è un misto di verità e leggenda, non perché quanto scritto non corrisponda ai fatti, piuttosto si tratta di una versione parziale degli eventi, raccontati dal punto di vista dell’autrice (un privilegiato punto di vista, considerato chi scrive).
Tutto inizia giovedì 6 agosto 2009, dietro Decathlon, alle ore 23:00 circa, quando un piccolo manipolo di iscritti alla P.A.P. (folli, più che atletici) si ritrova per cominciare il viaggio verso Villa San Giovanni, da cui partirà la 45° edizione della gara dello Stretto. “Ma non si poteva fissare un orario più comodo?” chiederete voi, cari lettori. “Ovviamente!” risponderò io, “ma vuolsi così colà ove si impone con la forza le proprie scelte e se sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi ha voluto così, allora è cosa buona e giusta”. A dire il vero, l’autrice aveva già iniziato il suo cammino, facendosi trasportare fino al luogo dell’incontro da tal Leonardo Meoni, con il quale aveva fissato in un posto per niente a rischio di scaramanzia: davanti al cimitero, tanto per iniziare sotto un buon augurio il viaggio! “Chi è Leonardo Meoni?” chiederete voi. Ah, quante cose ci sarebbero da dire sul suo conto! Quante gesta, attività e azioni ha compiuto in quei giorni! Di quale dinamismo, da vero atleta, ha dato prova! Di quale presenza sia fisica che mentale! Come sintetizzare tutto quello che ha fatto in quei giorni? Impresa difficile da tentare, ma proverò con una frase: Leonardo Meoni ha dormito.
Torniamo, dunque, dietro Decathlon alle ore 23:00. Due sono le macchine pronte alla partenza: l’ammiraglia della signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi e il jeeppone di tal Marzia Pisaneschi, di cui dirò subito brevemente qualcosa. Fantastica! Eccezionale! E con un proprio cervello! Quasi incredibile che conosca l’atleta Gassa-Roggi-Gacci e ci si trovi bene! Di lui parlerò in seguito diffusamente per esaltarne le capacità atletiche (solo quelle possiede, purtroppo). Che dite? Le donne appaiono migliori dell’altro sesso in questo racconto? Noooo! Ma che cosa insinuate! E’ solo un caso! Di una cosa potete stare certi: l’autrice non è né di parte, né sessista (a tutti gli uomini: quando né è negazione, come tutte le donne sanno, vuole l’accento).
Altri due atleti P.A.P. sono presenti sul jeeppone: trattasi di Letizia Scatizzi e Massimilano Catania. Su questi due nomi mi soffermerei per una pausa riflessiva, perché devo dire che non li conoscevo bene come coppia, ma si sono rivelati una grande coppia! La Leti, nonostante fosse in fin di vita e con la salute ormai compromessa, ha retto benissimo con un notevole spirito di squadra. Di Massi, tutti conosciamo la simpatia e l’allegria, ma quanto gli giova il tempo con la Leti! Quanto stress e paranoie in meno, presenta ora quell’uomo! Insomma, in definitiva, il merito va sempre alle donne.
Veniamo all’altra auto. Dentro ci troviamo: tal Simona Filippini, che per brevità, chiamerò Filippina; tal Stordita, più semplicemente detta Stordy; l’unico, il solo, il vero, l’esclusivo atleta P.A.P. Daniel Tinti, soprannominato in questo viaggio “uomo latrina”; il suddetto Meo, il significato del cui nome è colui che dorme e quando non dorme piglia meduse e la signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi, che mi permetto di definire una VISIBILISSIMA presenza, di GRANDE levatura in questo viaggio. Di questa seconda auto farò un solo breve commento: Dany e Marco insieme sono due cacacazzo che neppure potete immaginare! Due rompi-coglioni, strombazzanti negli orecchi che non si zittiscono mai! Le scommesse fra loro si contano a centinaia, perché ho capito che non scommettono solo sui risultati delle gare, ma su tutto, compreso il mezzo di trasporto del Proietti-proiettile, di cui vi dirò in seguito. “Ce ne può fregare qualcosa di come il Proiettile raggiunge Villa San Giovanni?” direte voi. “Ovviamente no!” risponderò io “ma a loro, per qualche oscuro motivo, evidentemente sì (ehi, uomini, occhio all’accento!)”.
Di quanto successo nel jeeppone durante questo viaggio so dirvi poco, quanto agli eventi accaduti nell’altra auto mi permetto di segnalarvi due fatti. Il primo riguarda un’oscura presenza che ha sempre aleggiato sui partecipanti, più volte invocata dalla signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi: un certo finocchietto selvatico che si sarebbe dovuto trovare sulla Salerno-Reggio Calabria. Infatti, la suddetta signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi sostiene che il frogetto si trova soltanto al sud, su quel tratto di strada. La Stordy fa notare che l’oggetto del desiderio è presente anche nel suo campo sotto casa…che quello sulla Salerno-Reggio Calabria sia più profumato dagli scarichi delle auto? Il secondo fatto rilevante riguarda la sosta obbligata (obbligata dalla signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi) a Mascherone, perché la leggenda riferisce che proprio la signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi si diletta a fermarsi sempre in quell’area di servizio durante i viaggi verso lo Stretto. “C’è qualcosa di particolare a Mascherone?” chiederete voi, cari lettori. “Ovviamente no!” (guardate l’accento, uomini! Ah, ah, ci siete cascati, eh?) risponderò io. Ma che volete che vi dica? Come negare ad un uomo di una certa età queste piccole gioie, come privarlo di queste misere sicurezze se non costano niente? Egli, d’altra parte, si sentirebbe perduto senza di esse!
A onore della verità, occorre aggiungere a questi partecipanti altri due atleti, Elisa Faggi e consorte Lorenzo, su cui, tuttavia, preferiamo non pronunciarci sia per ragioni di brevità, sia perché essi non sono atleti P.A.P. e preferiamo risparmiare loro le critiche. Diremo, invece, che sabato 15 agosto 2009, la nostra comitiva è stata raggiunta il albergo dalla coppia Proietti-proiettile e Daniela (grande donna!). Nonostante il lungo e faticoso viaggio in treno fino a Villa San Giovanni, il Proiettile si è presentato in forma smagliante per la traversata.
Occorrerebbe troppo tempo per raccontare le avventure dei nostri eroi nei giorni precedenti la gara, quindi accenneremo solo ad alcune brevi conclusioni.
Escludendo le camere occupate dalle coppie, restano solo la camera di due donne, Filippina e Stordy e la camera di Meo, Dany e la signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi; ossia una camera di solo donne e una di solo uomini. Al quarto giorno i tre uomini non erano ancora riusciti a regolare l’aria condizionata: quando congelavano, quando si scioglievano. Fra la presenza dell’uomo latrina e la colite spastica della signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi vi lascio immaginare gli odori che circolavano in quella stanza.
La camera delle due ladies presentava costantemente una temperatura ambiente e profumava di oli essenziali (uomini, se non sapete cosa sono, consultate il dizionario), sali da bagno e creme per il corpo. Lascio al lettore trarre un bilancio.
Facciamo un bel salto temporale e cominciamo il racconto vero e proprio della gara dello Stretto. Siamo alle ore 7:00 del 9 agosto ’09, mentre i nostri atleti fanno colazione. Voci maligne e poco credibili narrano che Dany avrebbe già messo in seria difficoltà uno dei suoi avversari, Ercoli, colpevole unicamente di essere passato davanti alla porta aperta della camera dei tre uomini, dopo che Tinti aveva appena defecato. L’avversario sarebbe stato colpito e ridotto allo stremo delle forze dal tanfo ammorbante. Ora, quanto ci sia di vero in tutto questo è cosa da verificare, certo ogni leggenda ha il suo fondo di verità e se si considera l’alimentazione del nostro atleta P.A.P., bisogna anche ammettere la possibilità di topi morti nella sua pancia, capaci di trasformarsi all’occorrenza in stronzoli enormi come braccia di scimmia.
Tanto per rimanere in tema, Dany, ora eroe dei due mari, alle 7:00 ha già ingollato 9 bomboloni ripieni di crema e 7 cornetti al cioccolato, giusto per avere l’energia necessaria a compiere lo sforzo. Anche il Meo fa colazione, con il suo ciotolino di latte freddo e cereali, giusto per avere l’energia necessaria per dormire. E gli altri concorrenti alla gara? Il Proiettile, dopo essere stato spedito la sera precedente dal Meo (tipo sveglio, come avrete capito) e la signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi a cena in una trattoria chiusa, sembra rinfrancato da una notte di sonno. Anche l’atleta Roggi-Gacci appare in splendida forma, rinfrancato da una notte di s….mah? con la Marzia, santa donna! Chi manca? Ma certo! LUI! L’enorme! Il pescecane! Il dinosauro! Il largo che fa lo Stretto, come si dirà poi! Stiamo parlando di sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi, al quale neanche la colite spastica fa perdere un grammo!
I quattro partecipanti si mostrano tutti in tensione, ma per motivi diversi. Fra Dany e sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi è stata stipulata una scommessa ardua e onerosa: se il vero atleta Tinti riuscirà a staccare di dieci minuti in gara sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi, vincerà una cena a base di bistecca da Cosimo de Medici, altrimenti…saranno cazzi amari per Daniel! E’ ovvio, quindi, che l’uomo-latrina appare nervoso e dentro di sé continua a chiedersi guardando sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi: “Quante cazzo di tonnellate di carne potranno entrare in quel ventre in una cena?”. Da parte sua la signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi si sta domandando guardando l’uomo-latrina: “Quante cazzo di tonnellate di prodotto interno lordo potrà espellere quell’intestino dopo una cena?”.
Ancora più teso appare l’atleta Roggi-Gacci che si sta chiedendo: “Dopo avere retto più di cinque Km, riuscirò in una notte di sesso?“. Anche il Proietti si sta interrogando interiormente: “Riuscirò a reggere più di cinque Km, anche senza una notte di sesso?”. Tuttavia, è un’altra persona ad essere veramente in preda agli attacchi di panico: la Stordy. Sul suo viso è, infatti, dipinto il terrore da quando ha saputo che dovrà fare da accompagnatrice a sua signoria illustrissima, l’eccelso presidente Marco Gradi, che per brevità d’ora innanzi chiameremo con la sigla S.I.E.P.M.G. (i lettori hanno già intuito la duplice lettura? Sempre più un Incredibilmente Enorme Porcello Marco Gradi). Fonti attendibili riportano che la notte precedente la gara, la Stordy abbia sognato il gigantesco cazzotto di King Kong infrangersi sulla sua testa, mentre una voce dall’alto esclamava: “T’ho detto che respiro a sinistra, testa di cazzo! Ti butto fuori dalla squadra a calci in culo!”. Comunque, la poverella si fa coraggio e si rinfranca in cuor suo, ripetendosi che la monna Filippina, ricolma di grazia, virtù e carità cristiana si è offerta di condividere la stessa sorte, per la qual cosa la Stordy in persona afferma di esserle grata a vita.
Dunque, con questo stato d’amino, i nostri amici si presentano alla partenza. Della gara dovremmo necessariamente omettere molti aspetti, come pure eviteremo di sottolineare quante volte sua S.I.E.P.M.G. ha spiegato cosa fare nei minimi dettagli alle due pie donne. Riteniamo più utile iniziare subito a raccontare le prestazioni degli atleti.
Oh uomo-latrina! Il tuo nome è sinonimo di perfezione natatoria! Le tue bracciate muscolose, come frecce appuntite, si innalzano sulle onde, solcando come un vascello il mare! Mai risultato è stato più meritato! Fra te e Massi, che ti assiste, il più agitato è Massi, che si muove, urla, strepita, non capisce neanche chi stai seguendo, si infuria con il barcaiolo, vorrebbe spingere lui la barca, torna a infuriarsi con il barcaiolo…mentre tu, eroe del mare, come un capriolo fra le rocce, corri veloce verso il traguardo! Sei sesto e giustamente. A chi va il merito di tutto questo? Unicamente alle tue capacità!
Oh sua S.I.E.P.M.G.! Il tuo nome è sinonimo di…lasciamo perdere! Le tue bracciona, come salsicce, ciabattano sui flutti, inabissandoti ogni secondo nel mare come un varano! Mai risultato è stato più incomprensibile! Tu, leone dello Stretto, come un cinghiale fra i cespugli, grugnisci, annaspando, fino al traguardo! Eppure vinci la scommessa! A chi va il merito di tutto questo? Sicuramente non alle tue capacità! Beh…incominciamo l’elenco. In primo luogo al barcaiolo, perché sua S.I.E.P.M.G. ne ha azzeccato uno veramente in gamba. In secondo luogo…occorre menzionarle? A loro, naturalmente! Alle pie donne! Con quali grida fiduciose le due ti incitano: “Muoviti!” e “Forza con quel culo, Marco!”. Che cosa non dicono sfacciatamente a quel barcaiolo: “Guardi, lei dovrebbe…glielo diciamo noi!” e “Vede quel barcaiolo lì accanto? Non potrebbe fare lo stesso?”. Certo, non l’amore per lo sport le spinge, ma una forza ben più grande…il terrore per il loro destino futuro!
Oh Proiettile! Ce l’hai fatta! Hai compiuto l’opera! Tutti sono stati in ansia…per te? Certamente no! Per quella povera tua moglie Daniela, costretta in una barcucola insieme ad altre dieci persone: barcaiolo, moglie, figlie, cugine di primo, secondo e terzo grado, clandestini profughi nelle acque dello Stretto…insomma un’allegra brigata che può in ogni momento rovesciare la barca e quanto contiene!
Tuttavia, è giunta l’ora di inneggiare al vero campione della traversata, a colui che tutti davano per perso e disperso in mare, all’uomo dal vero fisico, all’atleta degno di tale nome: sì, stiamo parlando di te, Gassa! Tante circostanze giocano a tuo sfavore, ma tu, con grande ostinazione, non ti fermi davanti a nulla e voli alla vittoria! Infatti, se ci fermiamo a considerare i punti di svantaggio del Gassa rispetto agli altri atleti, non si può non ammettere che la sua impresa deve fregiarsi del titolo di mito.
Elenchiamo questi aspetti:
1. Gassa ha come assistente Leonardo Meoni e mi fermo qui (grazie Marzia-marziana per la tua presenza, altrimenti potrebbero ritrovare quel poverello in Tunisia);
2. lo stesso del punto 1, che vale doppio;
3. sembra che il barcaiolo del Gassa abbia avuto un altro impegno per il giorno della gara e viene sostituito all’ultimo minuto con uno di fortuna. A questo punto credo sia facile capire quale sia la tensione del Roggi-Gacci ad inizio gara. Eppure, il vero uomo non si abbatte di fronte a questi inconvenienti e grazie alla forza dei suoi muscoli, più che del suo cervello, sconfigge il nemico!
Ecco, dunque, che anche questa storia, come molte storie, possiede un lieto fine: tutti sono felici, anche la Stordy, che non viene picchiata a sangue da sua S.I.E.P.M.G. e che invoca la clemenza della corte quando sua S.I.E.P.M.G. leggerà questo racconto. Non ci resta che dire…Buonanotte, Meo!
N.B. La Stordy sa benissimo che sua S.I.E.P.M.G. sta dicendo fra sé: “Tu invoca, invoca che tanto io ti tiro un cazzotto da sfondarti il cervello!”.