...Alle 18,30, dopo aver raccolto Giannetto e Claudio, ci dirigiamo al punto d’incontro con l’organizzazione dove ci ritirano i tesserini, ci consegnano il pacco gara, ci informano del sorteggio dei barcaioli e ci spiegano le modalità di svolgimento della gara:

1.      Ad ogni atleta viene assegnato un barcaiolo con relativa barca d’appoggio che ha il compito di accompagnarci in Sicilia a punta Peloro (luogo di partenza della gara).

2.      La distanza da percorrere e’ di 5,2 km, con traguardo intermedio che divide la fine della traversata vera e propria da un tratto lungo costa da percorrere lungo la riva di Sesto San Giovanni. La traversata e’ di circa 3,7 km, mente il percorso lungo costa e’ di circa 1,5 km

3.      I barcaioli hanno anche il compito di indirizzare il proprio atleta su rotte dove la corrente e’ meno intensa.

4.      La gara viene cronometrata con dei Chip elettronici da mettere ai polsi e da sbattere contro il tabellone d’arrivo e contro un tabellone intermedio posizionato in prossimità della fine vera e propria della traversata in mare aperto

 

Ore 21,00 – L’ ultima cena.

Ci avviamo verso il solito ristorantino, ma il clima fra me e Marco e’ cambiato radicalmente. Il silenzio la fa’ da padrona ed i piatti ordinati sono meno goderecci. Le uniche parole che Marco mi rivolge sono: ti ammazzo, ti stronco, ti infilzo etc….

Ore 23,00 – Andiamo a dormire. Per alcuni di noi, la nottata e’ densa di incubi premonitori, mentre per altri (Beppe) il riposo e’ tranquillo e privo di sogni.

Ore 1,30 – Beppe si sveglia ed inizia a puntare una lampadina con laser rosso verso gli invitati ad una cena per un matrimonio in via di svolgimento sotto le finestre del nostro albergo. Poi viene beccato da un cameriere e se ne torna a letto con la coda fra le gambe. MAAAH

Ore 7,00 – Colazione

Il clima di ostilità fra i contendenti peggiora sempre di più. E’ un trionfo di occhiali scuri e di facce ancora più nere degli occhiali. Il silenzio e’ surreale. Si sente solo il rumore dei cereali e delle fette biscottate farcite di marmellata masticate dalle potenti mascelle degli atleti.

Ore 9,00 – Finalmente conosco il mio “caronte”. Si tratta di un vecchietto di circa 80-85 anni (in seguito da me ribattezzato “Cianchino”), sordo come una panca e con una incomprensibile parlata in calabrese stretto. I barcaioli dei restanti componenti dei magnifici 4 invece sono giovani ed apparentemente svegli.

Prima di imbarcarmi, scorgo sulla barca un enorme arpione a 5-6 punte lungo 2 mt. Non oso chiedere nulla al vecchietto perchè temo “fortemente” la risposta. D'altronde siamo nello stretto di Messina, un tratto di mare profondo, ricco di pesce e soprattutto crocevia di grandi specie pelagiche compresa quella piu’ temuta. Comunque vedo che tale dotazione e’ comune a tutte le imbarcazioni. Mal comune, mezzo gaudio.

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