L’idea e’ questa: faccio toccare a
Marco per primo il tabellone intermedio che prende l’intertempo di
attraversamento dello stretto; lo affianco e poi faccio uno scatto
violento per agganciare un trenino di nuotatori che vedo a pochi
metri da me. E cosi’ faccio.
Appena toccato il tabellone,
inserisco le gambe ed aumento la frequenza delle bracciate. Le
sensazioni sono buone, d’altronde durante l’attraversata mi sono
molto risparmiato e l’energie ci sono. In pochi minuti guadagno
qualche metro su Marco e vedo più vicino il gruppetto di nuotatori
che mi precede. Ma e proprio a questo punto che mi
tornano in mente le urla di Marco (Ciucciascie). Iniziano i primi
ripensamenti. Nel frattempo rallento un po’. Mi dico: ma che cazzo stai facendo?
Marco ti ha tirato per tutto lo stretto, e te sfruttando la sua
inevitabile stanchezza fai uno scatto per fare cosa? Per sperare di
arrivare al traguardo con qualche metro di vantaggio?. No.
Decido di mollare. Dobbiamo arrivare assieme al
traguardo. Allora, rallento ulteriormente e
nuoto in parallelo con lui, nonostante il mio barcaiolo (che
finalmente e’ riuscito a trovarmi) mi sproni ad allungare.
Passiamo attraverso un’altra
muraglia di meduse che ci strisciano in vari punti. Il dolore delle meduse, si somma
alla stanchezza, che ormai comincia a farsi sentire abbastanza
intensamente. Passata la muraglia di bestiacce e
non avendo propositi di sprint finali, mi gusto il finale di gara.
Passiamo diversi moletti e scogli
frangiflutti pieni di pubblico. Allora, faccio un po’ il vanesio,
mi concentro sullo stile della bracciata e faccio passaggi
ravvicinatissimi agli scogli. Iniziamo a vedere il tabellone
elettronico con scritto “Arrivo”. Marco allora fa un allungo, io
non rispondo e mi posiziono 1 o 2 metri dietro di lui. Al tocco del tabellone, mi accorgo
che i moli, il lungo mare in prossimità dell’arrivo e la spiaggetta
sono stracolmi di pubblico. E’ una sensazione fantastica.
All’arrivo mi accorgo anche che il
primo arrivato ci ha staccato di circa 9 minuti. Giannetto e’
arrivato da 5 minuti circa e Claudio ancora non si vede ed arriverà
al traguardo con 4 minuti di ritardo da me e Marco con evidenti
piaghe da medusa su una guancia.
Il tempo e’ buono 1 ora 07 minuti e
svariati secondi per percorrere i 5,2 km dello stretto di Messina.
Mi faccio medicare dalle strisciate
di medusa dall’ambulanza dell’organizzazione. Poco dopo escono i
risultati e mi accorgo di essermi posizionato intorno alla 30ma
posizione su 87 partecipanti e di essermi piazzato al terzo posto
della categoria M35. Giannetto invece strappa un ottimo 17mo posto
assoluto e Marco naturalmente mi ha preceduto e ottiene un ottimo
2do posto sempre nella categoria M35. Claudio si piazza intorno alla
45ma posizione.
Mentre assistiamo alle premiazioni,
lo stomaco di Beppe comincia a protestare e dopo un ennesimo “CHE SI
VAAAAA’?”, decidiamo di fare la solita sgranata mostruosa in un
ristorantino vicino al molo di arrivo della gara.
Partiamo verso le 15,00 con turni di
guida equamente distribuiti nella seguente maniera: Beppe 600 km,
Marco 350 Km, Leonardo 0 km (con relativa dormita avente la funzione
di teletrasporto).Arrivo a Prato in nottata.
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